9a Edizione
FESTIVAL TEATRALE A FIESOLE
L’edizione 2021 rappresenta per noi un ritorno alle origini e alla vita, per un inverno la pandemia ci ha tolto il Sole che adesso ritorna alla sala della Casa del Popolo di Caldine dov’è nato nel 2013.
Teatro Solare dopo un intenso peregrinare tra le periferie metropolitane attorno a Firenze ritorna a casa con il Sole d’Inverno*, portando ancora una volta a Fiesole, per la sua nona edizione, una rassegna invernale di teatro con l’auspicio di riuscire nuovamente a generare un fermento sociale nell’incontro tra l’arte e la comunità.
dal racconto di N.V.Gogol’
produzione Cantiere Obraz e Teatro dell’Elce in collaborazione con Postop Teatro
regia Alessio Bergamo
con Angelica Azzellini, Alessandra Comanducci, Domenico Cucinotta, Massimiliano Cutrera, Erik Haglund, Stefano Parigi
scenografia e costumi Thomas Harris
luci Lorenzo Cardelli
aiuto regia Michela Cioni
assistente alla scenografia Antonella Longhitano
ufficio stampa Camilla Pieri
organizzazione Paolo Ciotti
con il sostegno di Regione Toscana, Centro di Residenza della Toscana (Armunia Castiglioncello – Capotrave/Kilowatt San Sepolcro), Catalyst nell’ambito del progetto Residenze Art. 43 – Mic e Regione Toscana, Vera Stasi/Tuscania – Danza/Progetti per la scena 2020, Teatro di Cestello – Firenze
In una città segnata dal conformismo e dall’ansia di prestigio sociale c’è anche un elemento estraneo a queste tendenze. Si chiama Acachi (nome buffo ma nobile, dal greco “privo-di-male”) ed è un impiegato di basso livello, innamorato del suo lavoro, nelle cui mani le misere pratiche di ufficio diventano piccole opere d’arte. Tra il mondo fatto di cura e di grazia (ma anche di goffaggine, afasia e squallore della persona) in cui Acachi è auto rinchiuso e quello predatorio ma elegante che lo circonda c’è estraneità, incompatibilità. Quando Acachi si libererà della sua vecchia palandrana e acquisirà grazie a sacrifici e risparmi un nuovo Cappotto, che diventerà subito oggetto del suo amore, i colleghi, sbagliando, vedranno nelle sue cure per il Cappotto e nel suo orgoglio per il nuovo acquisto un tentativo di adeguamento ai costumi collettivi. La sua marginalità, il suo isolamento sembreranno mitigati. Ma alla prima occasione la città lascerà Acachi solo, prima permettendo che degli spettrali ladri lo aggrediscano e gli rubino il cappotto e poi non aiutandolo a ritrovarlo. Acachi ne morrà… Ma risorgerà e ricomparirà per le strade della città in quanto terribile vindice spettro-ladro-di-cappotti. Soprattutto di cappotti “altolocati”.
liberamente tratto da “Il Volo Oceanico” di B. Brecht
idea e conduzione Angela Burico
con Angela Burico, Maria Durba, Alessandra Francolini, Edoardo Groppler
cura del suono Lorenzo Cardelli
con il sostegno di Teatro Solare
Le voci e gli oggetti generano ambienti, evocano presenze, veicolano intenzioni.
Intorno ad un tavolo viene eseguita una partitura onirica e sognante che ripercorre l’impresa di Lindbergh, ciò che è visibile però è lo scheletro del suono, la sua esecuzione evocativa. L’ascoltatore viene accompagnato dentro il racconto liberando l’immaginazione, senza mostrare i personaggi e le ambientazioni ma creandole, con l’uso della voce e del suono.
La figura controversa di Lindbergh, primo uomo nella storia a sorvolare l’Oceano Atlantico con un piccolo aereo a motore, viene presentata da Brecht tanto come quella di colui che sfida le leggi della natura per spingersi oltre il mondo già conosciuto quanto come un essere fragile che si trova a fronteggiare la Natura ed i propri limiti fisici e psichici.
E’ un contrasto tra l’immagine pubblica dell’uomo eroe veicolata dai mezzi di comunicazione e l’intima realtà emotiva di un essere umano.
spettacolo di Teatrino Pellidò
testo e animazione Vincenzo Di Maio
burattini Brina Babini, Vincenzo Di Maio
fondali Irezo Nolè
Il cattivissimo Gino Pet ha aperto una fabbrica di plastica, tutto il paese lavora nella fabbrica, tutte le merci sono impacchettate nella sua plastica, tutti gli abitanti del paese comprano e buttano ogni giorno decine e decine di confezioni di plastica che contengono prodotti di plastica. Per fortuna torna in paese Toni Riduci che scopre cosa ha ridotto così i suoi amici: capelli di plastica, unghie di plastica, cervelli di plastica e farà di tutto per smascherare l’inganno che si nasconde dietro la fabbrica di Gino Pet. Spettacolo inedito scritto e interpretato da Teatrino Pellidò, mira a riflettere e sorridere sulle abitudini sprecone e plasticose della nostra società, trasformando in paradosso quella che purtroppo è verità.